Per i pazienti ospedalizzati

Come violinista professionista da oltre 35 anni, ho sperimentato l'effetto della musica in molte occasioni diverse: concerti pubblici o privati/intimi in varie sedi: teatri, sale da concerto, castelli, chiese ecc. Il pubblico era composto da persone sane e desiderose di vivere un'esperienza positiva.

L'entusiasmo, l'allegria e il buonumore che si sono manifestati già durante l'esibizione sono stati evidenti a me e ai miei colleghi, creando un effetto sinergico che si è concluso con applausi, espressioni di gioia e complimenti. In queste situazioni, è ben documentato l'aumento della produzione di neurotrasmettitori con effetti positivi sul corpo e sulla mente, come la dopamina e la serotonina e ormoni come le endorfine (Harvard Medical School, 2024).

Fin dall'inizio dei miei studi di infermieristica, mi sono interessato agli effetti della musica sulle persone che soffrono e ho suonato nelle case di riposo, in vari reparti degli ospedali, tra cui geriatria, cardiologia, emergenza, pediatria, terapia intensiva, compresi i pazienti terminali, e in psichiatria.

L'impatto della musica non è diverso, anzi, è potenziato dalla sorpresa di un'iniziativa alternativa da parte degli operatori sanitari. Ci sono sempre più studi e iniziative che indagano sugli effetti della musica: dal 2010 al 2021, il numero di pubblicazioni scientifiche sull' “intervento musicale” è aumentato in modo significativo: da 100 a 750 studi (P. Vuust 2021).

Il testo è tratto dal mio compito finale per il Programma di Specializzazione per Infermieri in Terapia Intensiva.

______________________________________________________________________________________________